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Visualizzazione dei post con l'etichetta fantascienza

Godzilla reloaded o "La genesi del mostro invincibile"

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Introduzione: ultimamente scrivo spesso per "rubare" qualche click parlando di temi che mi sono propri ma che risultano in qualche modo intercettare più facilmente una piccola percentuale delle ricerche fatte sui motori di ricerca, su Google in particolare. A volte, come in questo caso, scrivo per il puro piacere di scrivere quello che mi passa per la mente, con la speranza che qualcuno legga quello che scrivo. Dubbio:  viene prima l' introduzione  o la  premessa ? Premessa: Vedendo film come  Godzilla, mi trovo sempre un po' contrariato nello scoprire come mostri fatti di carne ed ossa risultino così resistenti alle armi, anche di grosso calibro, addirittura bombe. Secondo me la grandezza del mostro non sarebbe sufficiente a proteggerlo: anche un proiettile di pistola potrebbe essere sufficiente ad accecare un mostro anche alto più di un centinaio di metri. Che poi le radiazioni finiscano per provocare mutazioni "positive" dal punto di vista de

Premio Urania: quando la fantascienza non fa rima con tecnologia.

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Ho finito da poco di leggere la raccolta Nove Inframondi , n. 1595 della collana di fantascienza Urania, edita da Mondadori. Nelle pagine finali del romanzo, oltre alla locandina di altre pubblicazioni della collana (e altro ancora) c'è una paginetta dedicata al Premio Urania - Edizione 2013. Quello che mi ha lasciato stupito è la forma con la quale vanno inviate le proprie opere: da 200 a 300 cartelle dattiloscritte da spedire tramite posta raccomandata! Non sono uno scrittore ma credo che l'invio tramite posta tradizionale di un opera sotto forma di cartelle dattiloscritte sia ancora piuttosto comune anche se sono molte le case editrici che accettano pubblicazioni in formato digitale. Una collana di fantascienza, per giunta la più prolifica se non la più prestigiosa in Italia, dovrebbe quanto meno strizzare l'occhio alla tecnologia ed accettare l'invio tramite e-mail di file in pdf o rtf se non nel formato doc. Accettare magari come alternativa

Sembrava un tartufo – Parte Quarta (repost)

Finalmente sono riuscito a trovare un po’ di tempo da dedicare alla (quasi) fine di questo mio racconto. “Quasi” perché ho in mente un possibile seguito. A dire il vero ho colto l’attimo per riuscire a inserire la parola “Fine” mentre la mia testa si affollava di altri possibili risvolti della storia., la maggior parte di questi non attinenti all’epilogo, ma piuttosto esplosioni di dettagli come frattali impazziti, vedi ad esempio il menù (stavo quasi per scrivere le ricette!) .

Sembrava un tartufo – Parte terza (repost)

La terza parte doveva essere l’ultima, ma come già detto il racconto vive di vita propria ed il dialogo fra il misterioso venditore ed Ottavio diventa molto più lungo del previsto. Parte terza «Buongiorno, mi scusi per il momento in cui passo ma sono in partenza per un lungo viaggio» esordisce lo sconosciuto mentre Ottavio lo invita ad entrare nel suo modesto studio.

Sembrava un tartufo – Parte seconda (repost)

Arriva la seconda, tormentata, parte del mio racconto. Tormentata perché il racconto ha vita propria e non ne vuol sapere di andare nella direzione inizialmente prevista. Ci sono dei personaggi appena tratteggiati che spariscono il rigo dopo: che fine ha fatto Matteo Siddi, il cuoco sardo? Non potevo farlo a meno di battezzarlo con nome e cognome? Potevo anche fare a meno di far sposare Ottavio, e di Stella, la moglie, non c’era nessuna necessità! Quello che mi serviva era solo “il tubero” e alla fine al tartufo ci sono arrivato!.

Sembrava un tartufo – Prefazione e Parte Prima (repost)

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Prefazione Isaac Asimov - Good Taste Copertina originale da http://www.libraries.wvu.edu Dopo oltre tre anni dentro delle scatole, frutto del mio ultimo trasloco, decido di inserire in Anobii il contenuto delle stesse, ossia la mia collezione di romanzi e riviste di fantascienza, prevalentemente della collana Urania Mondadori, in gran parte letti negli anni ’80. Ho una scarsissima propensione a rileggere i miei libri, ma forse anche sotto la spinta della crisi economica, ho riletto per la prima volta l’anno scorso un romanzo di fantascienza, e ora, che ho ritirato fuori le mie scatole ne ho letto un altro ed ne ho iniziato un terzo.

L'estate incantata

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L'estate incantata (Dandelion Wine) è un romanzo di Ray Bradbury scritto nel 1957. E' ambientato nell'estate del 1928 nella città immaginaria di Green Town. Dietro questo nome l'autore nasconde la cittadina di  Waukegan (Illinois), sua  città natale.  Il romanzo deriva dal racconto breve "Dandelion Wine", storia che è apparsa nel numero di giugno 1953 della rivista Gourmet. Il titolo fa riferimento ad un vino fatto con i petali di dente di leone (tarassaco) e altri ingredienti, prevalentemente agrumi. Nella storia il vino di dente di leone, fatto dal nonno del protagonista (un dodicenne di nome Douglas) serve come metafora per racchiudere tutte le meraviglie e le gioie dell'estate in una singola bottiglia. Douglas Spaulding è un dodicenne che vagamente richiama lo stesso autore. La maggior parte del libro si concentra sulle routine della piccola cittadina americana e le semplici gioie del passato. Non è un romanzo di fantascienza, è piuttosto un rom