Sembrava un tartufo – Parte Quarta (repost)

Finalmente sono riuscito a trovare un po’ di tempo da dedicare alla (quasi) fine di questo mio racconto. “Quasi” perché ho in mente un possibile seguito. A dire il vero ho colto l’attimo per riuscire a inserire la parola “Fine” mentre la mia testa si affollava di altri possibili risvolti della storia., la maggior parte di questi non attinenti all’epilogo, ma piuttosto esplosioni di dettagli come frattali impazziti, vedi ad esempio il menù (stavo quasi per scrivere le ricette!) .
Il finale mi sembra un po’ misero ma era questa l’idea luminosamente opaca che fin da principio, come uno striscione di fine gara, agognavo di raggiungere. Forse come detto ho preso una scorciatoia e sarò mestamente squalificato.

Parte Quarta

I giorni che seguono l’incontro con il misterioso sig. Massa sono per Ottavio giorni di lavoro febbrile ma di grande entusiasmo.

Una delle cose che lo avevano stressato di più era stata la scelta delle quantità di prodotto da utilizzare per esperimenti culinari rispetto a quella da destinare alla coltivazione dello speciale tartufo: alla fine Ottavio opta per dividerlo in due parti uguali

Mentre continua a svolgere il suo normale lavoro di cuoco coglie ogni occasione per sperimentare nuove ricette basate sullo speciale aroma del tartufo ma ancora non si sente pronto a far gustare le sue nuove ricette.

Lui stesso, la sua famiglia e solo uno dei suoi colleghi di lavoro (Luigi, degli altri non ai fida) fanno da cavia. Scopre presto che il tartufo di Massa ha un aroma così forte e intenso, anche se al contempo delicato, che per aromatizzare un qualsiasi piatto ne bastano quantità quasi infinitesimali

Nonostante questo la quantità di prodotto disponibile gli sembra insufficiente per utilizzarlo regolarmente: decide quindi prevederne l’utilizzo solo per occasioni particolari

Il tempo scorre velocemente, ed orami sono passati quasi due anni da quella domenica pomeriggio. Ottavio sta per scoprire se i primi tartufi da lui coltivati sono pronti, ma soprattutto sta per presentare ad un pubblico selezionato i suoi nuovi piatti.

Per l’occasione il piccolo ristorante è completamente riservato agli invitati: notabili della zona, qualche giornalista e qualche collega famoso.

Il menù si limita a quattro portate, di queste solo il dolce non contiene lo speciale tartufo, che incredibilmente si abbina tanto al pesce che alla carne

  • Quiche di patate e polpa di aragosta.
  • Gnocchetti di farina di castagne al profumo di bosco
  • Fagiano in salsa del contadino
  • Cappello del cuoco (uno speciale muffin al cioccolato e fragoline di bosco)

Il successo va al di là delle sue più rosee previsioni: persino la stampa nazionale si interessa a lui e al suo speciale tartufo aromatico (così lui stesso l’aveva chiamato durante la presentazione della cena)

Ottavio viene subissato di inviti: molti vorrebbero organizzare speciali serate presso il suo ristorante o in favolose ville con centinaia di invitati, altri lo vorrebbero assumere nel loro ristorante.

E’ costretto a declinare tutti gli inviti, il suo tartufo si è quasi del tutto esaurito e la nuova produzione, potrebbe essere sufficiente solo per poche serate.

E’ contrario ai suoi principi, e non vorrebbe passare per uno che si è montato la testa, ma al momento è costretto a riservare la partecipazione alle sue cene speciali a pochi eletti.

I nuovi tartufi coltivati sono pronti e lui si ritrova la stessa quantità iniziale, due piccole noci di tartufo, come previsto nel manuale datogli dal sig. Massa.

Di nuovo opta per destinare una parte alla coltivazione e l’altra al consumo.

Ottavio ha tanti progetti, soprattutto l’apertura di un suo ristorante di lusso, ma prima c’è l’imminente prossimo evento culinario, a cui saranno presenti persino un divo del cinema, due ministri, un cardinale e alcuni esponenti dell’industria e della finanza.

Come tante altre sere, alla fine della giornata è molto stanco, e sembra non notare la luminosità bluastra che circonda la moglie e il figlio.

Ma nel cuore della notte, svegliatosi per un bisogno fisiologico, attraversa al buio il corridoio e prima di accendere la luce non può non notare la sua aura, leggermente luminosa, che si riflette nello specchio del corridoio.

La luce della lampadina riporta tutto alla normalità anche per qualche minuto dopo che è stata spenta. Ma Ottavio, disteso al buio, a fianco alla moglie, la guarda terrorizzato nell’attesa che i suoi occhi si abituino all’oscurità e dopo qualche minuto i lineamenti della moglie sembrano scolpirsi di blu nel buio della camera.

(Fine?)

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