Gestione diritti digitali per le immagini: la mia idea (repost)

Una decina di  anni fa per ampliare la gamma di opere creative disponibili alla condivisione e all'utilizzo pubblici in maniera legale è nata l'organizzazione no profit Creative Common, che ha creato delle licenze che permettono a chi crea un opera di scegliere e comunicare quali diritti riservarsi e a quali diritti rinunciare a beneficio dei destinatari.

Se guardiamo a come sono comunemente utilizzate le immagini su Internet vediamo però che la stragrande maggioranza dei navigatori preferisce utilizzarle nella maniera più semplice: copiarle o incorporarle direttamente nelle loro pagine, senza porsi troppe domande su di un eventuale copyright. (In molti blog personali, alcuni internauti amano apporre la loro firma grafica a tali immagini, più o meno rielaborate, per non farsele copiare da amici e amiche di blog.)


Ed in effetti questo tipo di comportamento è spesso l'unico applicabile quando di una certa immagine troviamo decine se non centinaia di copie sul web: siamo portati a considerarla di pubblico dominio, piuttosto che cercare di risalire alla copia originale, se mai possibile, per capire quale sia effettivamente il tipo di licenza.
Per tutti i siti personali e non commerciali la libera copia sembra quasi diventato un diritto di fatto, quando invece di diritto si può parlare sono in quanto vengono violati quelli dei legittimi proprietari del copyright.

Se cerchiamo la foto di una mela o di un cane è relativamente facile trovare immagini di pubblico dominio o distribuite tramite licenza Creative Common, ma se siamo interessati ad usare foto di modelle o attori famosi l'impresa è praticamente impossibile a meno di non usare sempre la stessa solita foto a volte disponibile su Wikipedia.

L'utilizzo di una licenza di tipo Creative Common è di solito troppo complicato per l'internauta medio. Magari si può arrivare a specificare un tipo di licenza per tutto il blog, ma poi solo pochi specificano se le immagini da loro pubblicate sono effettivamente di loro proprietà e quindi pubblicabili sotto il tipo di licenza specificata oppure se sono state scopiazzate non si sa dove.

La situazione è ancora più complicata per quei siti o blog che nascono come non commerciali ma ospitano banner e annunci pubblicitari. Vi è quindi un guadagno anche se minimo: sono da considerare commerciali quindi (maggiormente) punibili?

Di recente sono emerse immagini dotate di DRM (Digital Right Management) che vengono implementate e gestite dal browser tramite un plugin. Magari per poter inserire in Facebook immagini a scadenza temporale.

La soluzione definitiva sarebbe quella di browser che accettano solo immagini dotate di DRM (potrebbe essere una riformulazione della codifica EXIF) non solo per garantire i titolari dell'opera ma anche per consentirne alcuni usi in maniera semplice ed immediata.

Tenendo presente che la morte di un sito, di un video, anche di una foto, su Internet di solito corrisponde ad essere completante  ignorati, è nell'interesse stesso del proprietario del copyright che il suo lavoro venga diffuso e fatto conoscere.

Immaginate allora che ogni foto nelle sue proprietà contenga le modalità di visualizzazione in cui possa essere incorporata e che quando copiate la foto tale informazioni vengano trasferite insieme alla foto stessa.

Nelle proprietà dell'immagine potremmo sempre trovare
  • il titolare del copyright e un sito, meglio un link, di riferimento, in cui trovare anche le opzioni a pagamento
  • le dimensioni in cui possiamo utilizzare l'immagine gratuitamente
  • se possiamo rielaborarla o utilizzare solo parti dell'immagine e a che condizioni
  • i dati identificativi dell'autore
  • la presenza necessaria o facoltativa di un link a seconda del tipo di licenza concessa. 
  • se l'autore si riserva di cancellare l'immagine dopo una determinata scadenza o in un momento qualsiasi,  se in tal caso la nostra copia rimarrà visibile o meno 
  • nel caso di rimozione per motivi legali tutte le copie sul web sparirebbero e le copie che abbiamo non sarebbero ripubblicabili senza ricorrere ad artifizi illegali (comunque sicuramente possibili) 
Un punto fondamentale della mia idea è il meccanismo di pubblicazione di nuove immagini o foto:
E' necessario un sistema automatico di controllo, gestito a livello globale,  che certifichi che le foto non sono copie e che ne impediscano la pubblicazione.

Quando facciamo l'upload di una immagine o foto questa conterrà i nostri dati predefiniti (una registrazione una tantum) insieme a quelli inseriti dalla fotocamera o dal programma di editing.

Per alcune foto si potrebbe scegliere la visibilità solo su un determinato dominio, ad esempio Facebook, all'interno del quale poi varrebbero le attuali regole di condivisione rispetto amici etc.

Il meccanismo di pubblicazione sarebbe gratuito per tutte le foto che consentono la copia e la distribuzione almeno parziale delle stesse.
A questo fine sarebbe anche indispensabile una classificazione chiara di siti commerciali e non.
Mentre per le foto per cui sono previste opzioni commerciali di acquisto e di utilizzo ci sarebbero dei costi fissi o percentuali sulle transazioni

Lo scopo è quello di avere un meccanismo semplice e trasparente per tutti gli internauti, un po' come quando condividiamo un video di Youtube, siano essi gli autori o semplici fruitori e divulgatori dell'opera stessa.

Potrebbe risultare particolarmente complessa l'implementazione di tale idea, visto che coinvolgerebbe la ri-progettazione condivisa di tutti i browser. In una prima fase però la mia idea (che non so in quanta parte possa essere originale) potrebbe essere implementata a livello sperimentale e parziale tramite dei plugin aggiuntivi.

Ovviamente questo è solo un abbozzo in divenire della mia idea a cui potrebbero contribuire gli eventuali lettori.

Fonti / Link:
New Web image format includes DRM, allowing photo expiration
Riguardo alla foto all'inizio dell'articolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Exchangeable_image_file_format
http://it.wikipedia.org/wiki/Digital_rights_management

Repost di DRM per le immagini: la mia idea del 07/01/2013

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