Il 2015 non sarà l'anno della fusione fredda

Il 2015 non sarà l'anno della fusione fredda e forse nemmeno il 2016!
Non sono un fisico, né un tecnico del settore, solo un tifoso di una tecnologia che potrebbe aprire la strada per un futuro energetico che non necessiti di un massiccio ricorso alle tradizionali fonti non rinnovabili ossia combustibili fossili ed energia nucleare da fissione.
Un tifoso deluso, molto deluso ma che non ha ancora perso le speranze. Non scrivo di fusione fredda da ormai due mesi ed il motivo principale è che non avevo niente di nuovo da scrivere, niente di interessante per un potenziale pubblico di curiosi.
L'ultima vera notizia è il brevetto statunitense ottenuto da Andrea Rossi nello scorso agosto:
nel brevetto ottenuto si  parla di un apparato per il riscaldamento di un fluido e del meccanismo che sta alla base del suo funzionamento, ma non si parla di fusione fredda o LENR, acronimo che sta per Low Energy Nuclear Reactions.
Per il resto sembra che ci sia un grande fermento di esperimenti, di repliche, di nuove teorie, altri brevetti, altri approcci, tutto nel più totale disinteresse dei mass media, che in effetti non hanno tutti i torti perché per sconfiggere l'aura di bufala che circonda la fusione fredda ci vuole ben altro.

Si continuano ad investire ingenti capitale nel tentativo di sfruttare l'energia da fusione nucleare, fusione "calda", quella che alimenta il Sole e le stelle o che sprigiona violentemente la sua potenza nella bomba H, ma l'obbiettivo di sfruttamento commerciale sembra piuttosto lontano anche se proprio a dicembre è stato inaugurato in Germania, presso il Max Plank Institute di Greifswald.  un nuovo reattore a fusione nucleare, il Wendelstein 7-X stellarator (W7-X), costato circa un miliardo di Euro.
Ma se mille milioni di Euro possono sembrare tanti sono pochi rispetto ai 15 miliardi di Euro previsti per il progetto ITER, altro progetto nato con lo scopo di ottenere una fusione nucleare controllata, in cui il confinamento del plasma è ottenuto in un campo magnetico all'interno di una macchina denominata Tokamak.
Sia lo stellarator che il tokamak utilizzano campi magnetici elevatissimi per confinare il plasma, ma i recenti sviluppi sembrano far propendere la bilancia in favore della tecnologia utilizzata nello stellarator visto che Wendelstein 7-X è riuscito a generare del plasma, partendo dal gas Elio, per la durata di un decimo di secondo alla temperatura di un milioni di gradi centigradi.
Anche il progetto cinese EAST, basato sul tokamak è riuscito a produrre del plasma.
Ci sono molti progetti vecchi o in fase di costruzione e/o progettazione basati su una o sulla'altra tecnologia citata: la cosa principale che hanno in comune è quella di necessitare di grandi investimenti.

Lo scorso anno ha creato un certo scalpore e scetticismo l'annuncio dell'azienda aerospaziale Lockheed Martin che ha annunciato di stare lavorando ad un reattore nucleare compatto che dovrebbe vedere la luce entro un decennio, i primi prototipi entro 5 anni, quindi il 2019,  ma l'azienda non ha fornito alcun elemento per supportare tale affermazione. In un comunicato hanno affermato che il loro approccio utilizza le diverse tecnologie note di confinamento magnetico prendendo il meglio da ciascuna di essa.

Ma io non sono contro alle ricerche sui tradizionali reattori a fusione, ma non ho mai capito le polemiche sui costi della ricerca sulla fusione fredda che sono di un paio di ordini di grandezza inferiori.
In La fusione fredda da un diverso punto di vista mi pongo la domanda "Perché tanti ricercatori ottengono risultati che non si riescono a spiegare? Sono tutti dei millantatori? O piuttosto c'è da indagare su dei fenomeni che non possono essere solo frutto di errori di misurazione?
Se si fosse investito sulla fusione fredda solo un decimo di quanto investito per le ricerche sul sui reattori nucleari a fusione probabilmente i risultati sarebbero ben diversi.
La differenza, per fare un paragone, potrebbe essere quella che c'è fra un macchina di Formula 1 ed un go-kart assemblato in un garage.

A parte l'annuncio della Lockheed Martin nemmeno i più ottimisti pensano che la i reattori a fusione potranno essere sfruttati per produrre energia prima di un ventennio, mentre la fusione fredda, le ricerche sulle LENR promettono di continuo risultati a breve termine, ma alla fine non c'è mai un prodotto pronto per essere commercializzato, un prodotto di fronte al quale gli scettici dovrebbero recitare il mea culpa e i fisici teorici, invece di tapparsi il naso, dovrebbero cercare con più convinzione una teoria che giustifichi la fusione fredda senza negare i principi noti della fisica.

ECAT industriale da 1 MW
Lo stesso Andrea Rossi, l'inventore dell'E-Cat, lo scienziato che nell'agosto 2015 finalmente è riuscito a tutelare la sua invenzione con un brevetto USA ha affermato, in una intervista all'Huffington Post dello scorso ottobre,  che la migliore evidenza scientifica del funzionamento dei suoi dispositivi consiste nell'immettere sul mercato un prodotto funzionante, pronto per essere acquistato:
"Se io vi dico che l'uomo può volare ne possiamo discutere le possibilità all'infinito, con positivisti e negativisti che producono svariati sofismi. Ma se io vi mosto un aeroplano che funziona, la discussione è finita. Questo è stato il mio approccio -- produrre un prodotto commerciale."

Se tutto fila liscio Andrea Rossi dovrebbe iniziare la commercializzazione del suo E-Cat nel marzo del 2016. Sarebbe meraviglioso ma ormai non ci credo più, sicuramente ci sarà qualcosa che farà slittare il fatidico evento qualche mese più in là.

Era il novembre 2012 quando riportavo le seguenti parole dal sito sito prometeon.it (al momento in rifacemento)
"L'E-Cat, o Energy Catalyzer, è un apparato commerciale che produce energia termica in eccesso sfruttando un nuovo tipo di reazioni fisiche, note con il nome di LENR, che sta per "reazioni nucleari a bassa energia". In tali reazioni, che sono diverse sia dalle reazioni chimiche sia dalle reazioni nucleari di tipo classico (fissione e fusione ad alta temperatura), si possono creare nuovi elementi, ma non si ha produzione di scorie radioattive e, nel caso dell'E-Cat, nemmeno di neutroni, il che rende questa tecnologia "pulita". L'E-Cat inaugura la nuova era per la produzione di energia, che renderà obsoleti i combustibili fossili in quanto l'energia prodotta con questa tecnologia è assolutamente economica e "verde" al 100%. Quando le reazioni alla base del funzionamento dell'E-Cat si innescano, per un certo tempo non è più necessario fornire energia dall'esterno: esse si autosostengono generando, in quella fase, calore gratuito"
Veniva quindi già definito apparato commerciale tre anni fa e sembrava questione di mesi la sua commercializzazione. Allora già ne immaginavo la prossima commercializzazione e gli scettici più accaniti cospargersi il capo di polvere. 
Tre anni fa i mass media ancora prestavano un po' di attenzione alla fusione fredda ma già lo scorso anno ad ottobre scrivevo Il gelo mediatico sulla fusione fredda. E dopo un anno, se da una parte, come scritto all'inizio di questo articolo, c'è molto fermento nel mondo che ruota attorno alle ricerche sulle LENR, per i mass media è come se non succedesse niente, perché niente è successo di clamoroso, niente che possa far cambiare gli idea agli scettici, a chi considera la fusione fredda una clamorosa bufala, un argomento per farsi grasse risate pensando agli idioti che ancora ci credono ....

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