Il più grande problema dell'Italia
Vi ricordate del film Johnny Stecchino (1991) diretto e interpretato da Roberto Benigni?
In una delle scene del film, un sedicente zio accompagna in auto Dante (Benigni nella parte del buono), appena giunto in Sicilia, e gli spiega che la più terribile delle piaghe che affliggono Palermo (e la Sicilia) è il traffico (mentre chi guarda il film si aspetta che venga ovviamente indicata la mafia).
Ebbene, qual'è il più grande problema che impedisce lo sviluppo economico dell'Italia?
Il traffico è comunque un bel problema ma penso di poterlo escludere con buona pace del citato personaggio del film di Benigni.
Sembrerebbe ovvio dire che il "debito pubblico" è sicuramente il maggior freno alla ripresa economica della nostra nazione.
Qualcun altro potrebbe invece dire è proprio l'Europa il maggior ostacolo alla nostra ripresa.
Si potrebbe poi citare la mafia, anzi "le mafie", come pure burocrazia e corruzione.
Io invece credo che il peggior ostacolo alla ripresa e allo sviluppo economico dell'Italia siano i troppi (e troppo) furbi! Siamo indiscutibilmente il paese dei furbi.
Dove per furbizia non intendo il contrario di ingenuità, ma l'arte di violare le regole senza subirne le conseguenze, l'arte di piegare la morale al proprio tornaconto con il beneplacito della propria coscienza.
Una società si può anche basare su ambizione ed egoismo, purché ci siano delle regole da rispettare.
In Italia sembra che il rispetto delle regole sia lo sport dei fessi, che pagare le tasse sia un obbligo per i fessi, che il rispetto delle leggi sia riservato ai fessi.
Per carità! Non siamo un popolo di stupratori ed omicidi. Non arriviamo a tanto. Non rubiamo nemmeno le banane dal fruttivendolo.
La burocrazia italiana è un ottima scuola per furbi: per FARE qualcosa spesso è troppo complicato seguire tutta le procedura prevista, bisogna cercare delle scorciatoie, poi se ti beccano confidare nella lentezza della giustizia.
E l'appetito vien mangiando.
Ogni giorno si sente di un notabile, di un politico, di un "potente" che approfitta della sua situazione per tornaconto personale.
Sembra che guadagnare diecimila o più euro al mese sia un ottimo movente per cercare di guadagnarne di più illegalmente.
Può un paese di furbi eleggere politici onesti?
Può una classe politica i cui membri si sono fatti le ossa alla scuola dei furbi, autoregolamentarsi?
Quante persone oneste e dalla morale ineccepibile hanno vinto un concorso o avuto un posto di lavoro tramite la classica raccomandazione?
Ancora oggi in molti settori non sembra possibile vincere un concorso se non si è raccomandati! O nella migliore delle ipotesi sono una certa percentuale de posti a concorso è in pratica riservata alla classifica di merito.
L'Italia è un paese basato sulla furbocrazia, governato da furbocratici di professione che a volte esibisce come paravento qualche persona normale e di buona volontà, diciamo pure utili o inutili idioti ma anche no, che loro malgrado sono costretti a gettare prima o poi la spugna.
E ora qualche slogan:
Più meritocrazia meno burocrazia.
Più giustizia meno processi.
Meno avvocati. (punto)
Se qualche intrepido lettore è arrivato fino a questo punto mi congratulo con lui e mi scuso per i miei sproloqui. Volevo scrivere tutt'altro ma mi sono arenato quando ho scoperto che non esiste una definizione condivisa di capitalismo. Cosa c'entra? Siete proprio sicuri di voler affrontare un'altra paginata di sproloqui?
Fidatevi! E' meglio :)
In una delle scene del film, un sedicente zio accompagna in auto Dante (Benigni nella parte del buono), appena giunto in Sicilia, e gli spiega che la più terribile delle piaghe che affliggono Palermo (e la Sicilia) è il traffico (mentre chi guarda il film si aspetta che venga ovviamente indicata la mafia).
Il traffico è comunque un bel problema ma penso di poterlo escludere con buona pace del citato personaggio del film di Benigni.
Sembrerebbe ovvio dire che il "debito pubblico" è sicuramente il maggior freno alla ripresa economica della nostra nazione.
Qualcun altro potrebbe invece dire è proprio l'Europa il maggior ostacolo alla nostra ripresa.
Io invece credo che il peggior ostacolo alla ripresa e allo sviluppo economico dell'Italia siano i troppi (e troppo) furbi! Siamo indiscutibilmente il paese dei furbi.
Dove per furbizia non intendo il contrario di ingenuità, ma l'arte di violare le regole senza subirne le conseguenze, l'arte di piegare la morale al proprio tornaconto con il beneplacito della propria coscienza.
Una società si può anche basare su ambizione ed egoismo, purché ci siano delle regole da rispettare.
In Italia sembra che il rispetto delle regole sia lo sport dei fessi, che pagare le tasse sia un obbligo per i fessi, che il rispetto delle leggi sia riservato ai fessi.
Per carità! Non siamo un popolo di stupratori ed omicidi. Non arriviamo a tanto. Non rubiamo nemmeno le banane dal fruttivendolo.
La burocrazia italiana è un ottima scuola per furbi: per FARE qualcosa spesso è troppo complicato seguire tutta le procedura prevista, bisogna cercare delle scorciatoie, poi se ti beccano confidare nella lentezza della giustizia.
E l'appetito vien mangiando.
Ogni giorno si sente di un notabile, di un politico, di un "potente" che approfitta della sua situazione per tornaconto personale.
Sembra che guadagnare diecimila o più euro al mese sia un ottimo movente per cercare di guadagnarne di più illegalmente.
Può un paese di furbi eleggere politici onesti?
Può una classe politica i cui membri si sono fatti le ossa alla scuola dei furbi, autoregolamentarsi?
Quante persone oneste e dalla morale ineccepibile hanno vinto un concorso o avuto un posto di lavoro tramite la classica raccomandazione?
Ancora oggi in molti settori non sembra possibile vincere un concorso se non si è raccomandati! O nella migliore delle ipotesi sono una certa percentuale de posti a concorso è in pratica riservata alla classifica di merito.
L'Italia è un paese basato sulla furbocrazia, governato da furbocratici di professione che a volte esibisce come paravento qualche persona normale e di buona volontà, diciamo pure utili o inutili idioti ma anche no, che loro malgrado sono costretti a gettare prima o poi la spugna.
E ora qualche slogan:
Più meritocrazia meno burocrazia.
Più giustizia meno processi.
Meno avvocati. (punto)
Se qualche intrepido lettore è arrivato fino a questo punto mi congratulo con lui e mi scuso per i miei sproloqui. Volevo scrivere tutt'altro ma mi sono arenato quando ho scoperto che non esiste una definizione condivisa di capitalismo. Cosa c'entra? Siete proprio sicuri di voler affrontare un'altra paginata di sproloqui?
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