Meglio mezzo contribuente che un contribuente in meno!

Smarcandosi dal suo partito e anche dagli alleati di governo, durante il convegno della Confcommercio, il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina ha dichiarato che "esiste un'evasione di sopravvivenza. Senza voler strizzare l'occhio a nessuno senza ambiguità nel contrastare l'evasione ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti soggetti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno".
Generale il coro di dissenso all'interno del suo partito (PD) e nel PDL, concordi nel sostenere che "l'evasione va combattuta combattuta e basta" come ha dichiarato il segretario del PD Guglielmo Epifani.


In effetti l'Italia è il paese dei furbi che si inserirebbero a flotte in tutti gli spiragli aperti nella lotta all'evasione fiscale.

Ma proviamo a guardare la cosa dal punto di vista del titolare di una piccola ditta individuale o di un artigiano: se evadere in parte il fisco è l'unica alternativa alla chiusura della propria attività, non sarebbe meglio, per lo stesso stato, tenersi mezzo contribuente piuttosto che un contribuente in meno?

Io sono concorde con Fassina: esiste un'evasione di sopravvivenza. Gente che evade per riuscire ad andare avanti per non dover chiudere, che sicuramente non può contare nell'aiuto delle banche, tanto meno in quello dello stato.

Certo non si può depenalizzare l'evasione di sopravvivenza come non si può depenalizzare il furto di una scatoletta di tonno al supermercato. Ma penso che la legge dovrebbe introdurre degli sconti di pena in tutti i casi in cui il movente sia la sopravvivenza (ovviamente da dimostrare) dell'individuo ma anche della propria azienda. E questo nello stesso interesse dello stato.


Fonti / link:
http://www.repubblica.it/economia/...fassina_fisco_cgil_polemica

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