L'Europa ha dimenticato Thomas Herndon?
Circa una anno fa, aprile 2013, fece notizia anzi suscito addirittura clamore, il fatto che uno studente, Thomas Herndon, durante la preparazione della sua tesi di Ph.D. alla University of Massachussetts di Amherst, trovasse dei gravi errori, quindi sostanzialmente smentisse, lo studio accademico di Reinhart e Rogoff, sul quale si sono basate le politiche di austerity degli ultimi anni.
Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff sono due affermati economisti della prestigiosa università di Harvard, che in un loro studio (Growth in a Time of Debt - maggio 2010)) avevano (erroneamente) dimostrato che una stato non può crescere se il debito pubblico supera il 90% del PIL.
A Thomas Herndon era stato assegnato il compito di verificare i calcoli di un prestigioso studio economico e la sua scelta cadde proprio sul paper Growth in a Time of Debt. Dopo aver cercato invano per un semestre di replicare le conclusioni dello studio, i suoi professori lo invitarono a contattare gli autori che gli fornirono il foglio di calcolo sul quale avevano basato le loro conclusioni.
Controllando questi dati lo studente si accorse di vari errori ed omissioni che sostanzialmente inficiavano la validità delle conclusioni dello studio.
Purtroppo per l'Italia e gli altri paesi con debito elevato la dimostrazione che l'equazione di Reinhart e Rogoff sia sbagliata non rende meno grave la loro situazione.
Resta il fatto che la relazione tra crescita e rapporto debito/Pil diventa negativa superata una certa soglia, probabilmente superiore si al 90% ma molto probabilmente inferiore al 100% (per maggiori dettagli vedi il seguente studio). Emerge inoltre che tale soglia non è fissa ma può variare da paese a paese.
Le conclusioni per i paesi troppo indebitati non cambiano: se l'Europa non aiuta concretamente l'Italia e gli altri stati più deboli non ci sarà modo di rispettare il patto di stabilità, di conciliare la crescita con l'austerità (tagli alle spese e maggiori tasse).
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Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff sono due affermati economisti della prestigiosa università di Harvard, che in un loro studio (Growth in a Time of Debt - maggio 2010)) avevano (erroneamente) dimostrato che una stato non può crescere se il debito pubblico supera il 90% del PIL.
A Thomas Herndon era stato assegnato il compito di verificare i calcoli di un prestigioso studio economico e la sua scelta cadde proprio sul paper Growth in a Time of Debt. Dopo aver cercato invano per un semestre di replicare le conclusioni dello studio, i suoi professori lo invitarono a contattare gli autori che gli fornirono il foglio di calcolo sul quale avevano basato le loro conclusioni.
Controllando questi dati lo studente si accorse di vari errori ed omissioni che sostanzialmente inficiavano la validità delle conclusioni dello studio.
Purtroppo per l'Italia e gli altri paesi con debito elevato la dimostrazione che l'equazione di Reinhart e Rogoff sia sbagliata non rende meno grave la loro situazione.
Resta il fatto che la relazione tra crescita e rapporto debito/Pil diventa negativa superata una certa soglia, probabilmente superiore si al 90% ma molto probabilmente inferiore al 100% (per maggiori dettagli vedi il seguente studio). Emerge inoltre che tale soglia non è fissa ma può variare da paese a paese.
Le conclusioni per i paesi troppo indebitati non cambiano: se l'Europa non aiuta concretamente l'Italia e gli altri stati più deboli non ci sarà modo di rispettare il patto di stabilità, di conciliare la crescita con l'austerità (tagli alle spese e maggiori tasse).
sabato 25 maggio 2013
Io la notizia l'ho appresa solo ieri sera, da un grande economista, Maurizio Crozza! ed è stato lui a rivelare (a me, la notizia mi era per altro sfuggita) il vero motivo che potrebbe portare ad un cambio delle recenti politiche di austerity della Unione Europea. Ed è per questo motivo che vi ripropongo la trascrizione non letterale e parziale (privata delle battute) di alcuni minuti della puntata di venerdì 24/5 di Crozza nel Paese delle Meraviglie.
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