Medico di famiglia: 10 minuti per assistito sono troppo pochi.
Si può fare una diagnosi in dieci minuti?
Si può visitare un paziente in dieci minuti?
O meglio si può ascoltare un paziente, visitarlo, fare una diagnosi e prescrivere gli opportuni farmaci in dieci minuti?
La risposta a entrambe le domande è no soprattutto se si si vuole che la diagnosi sia il più possibile corretta.
Mi sembra che sempre più spesso il ruolo del medico di base sia solo quello di prescrivere formalmente dei farmaci sulla base di prescrizioni specialistiche più o meno recenti o della parziale anamnesi del paziente.
E' proprio l'ascolto del paziente che viene a mancare troppo spesso.
Nel mio caso personale ho aspettato cinque mesi per capire che una presunta esofagite era secondaria rispetto ad un problema di colelitiasi (calcoli alla colecisti).
Ad una prima diagnosi basata sui sintomi da me riferiti e confortata dalla gastroscopia che aveva rilevato la presenza di gastrite ed ernia iatale, sono seguite cure basate sulla variazione della dieta anti-acidi e farmaci inibitori della pompa protonica (PPI). Io continuavo ad avere dolori, a seguire un regime dietetico sempre più rigido non trovando quasi nessun beneficio nei farmaci. Dopo alcuni mesi il dottore mi ha consigliato una visita specialistica da un gastroenterologo, che ha sospettato la presenza di calcoli biliari, presenza confermata da una successiva ecografia.
In questo momento sto prendendo dell'acido urodesossicolico con la speranza che riesca a sciogliere i calcoli. Al momento le coliche si sono diradate come frequenza.
Io credo che se il dottore mi avesse dedicato qualche minuto in più, visitandomi e palpando la colecisti si sarebbe arrivati almeno un paio di mesi prima alla diagnosi corretta.
Anche se credo che abbia sbagliato non voglio dare specifiche colpe al mio medico: il sistema dovrebbe essere diverso. Ma affinché il medico dedichi più tempo ad un singolo assistito, garantendogli gli stessi guadagni di adesso, dovrebbe avere meno pazienti quindi il sistema sanitario dovrebbe pagare di più per ogni singolo assistito, dovrebbero esserci più medici e più ambulatori disponibili, in sintesi questo farebbe crescere almeno in apparenza la spesa sanitaria. D'altra parte una maggiore efficienza della figura del medico di famiglia potrebbe migliorare la prevenzione e fornire diagnosi più rapide e corrette di alcune patologie, fattori che invece inciderebbero positivamente sul bilancio sanitario dello stato.
Quali dei due fattori sia prevalente non sono in grado di dirlo: sicuramente i fatti hanno ampiamente dimostrato che in Italia, la prevenzione, e non solo in campo sanitario, è scarsamente praticata, anche quando i benefici previsti superino di molto i soldi investiti, senza contare il valore delle vite umane perdute per malattie o catastrofi naturali.
Si può visitare un paziente in dieci minuti?
O meglio si può ascoltare un paziente, visitarlo, fare una diagnosi e prescrivere gli opportuni farmaci in dieci minuti?
La risposta a entrambe le domande è no soprattutto se si si vuole che la diagnosi sia il più possibile corretta.
Mi sembra che sempre più spesso il ruolo del medico di base sia solo quello di prescrivere formalmente dei farmaci sulla base di prescrizioni specialistiche più o meno recenti o della parziale anamnesi del paziente.
E' proprio l'ascolto del paziente che viene a mancare troppo spesso.
Ad una prima diagnosi basata sui sintomi da me riferiti e confortata dalla gastroscopia che aveva rilevato la presenza di gastrite ed ernia iatale, sono seguite cure basate sulla variazione della dieta anti-acidi e farmaci inibitori della pompa protonica (PPI). Io continuavo ad avere dolori, a seguire un regime dietetico sempre più rigido non trovando quasi nessun beneficio nei farmaci. Dopo alcuni mesi il dottore mi ha consigliato una visita specialistica da un gastroenterologo, che ha sospettato la presenza di calcoli biliari, presenza confermata da una successiva ecografia.
In questo momento sto prendendo dell'acido urodesossicolico con la speranza che riesca a sciogliere i calcoli. Al momento le coliche si sono diradate come frequenza.
Io credo che se il dottore mi avesse dedicato qualche minuto in più, visitandomi e palpando la colecisti si sarebbe arrivati almeno un paio di mesi prima alla diagnosi corretta.
Anche se credo che abbia sbagliato non voglio dare specifiche colpe al mio medico: il sistema dovrebbe essere diverso. Ma affinché il medico dedichi più tempo ad un singolo assistito, garantendogli gli stessi guadagni di adesso, dovrebbe avere meno pazienti quindi il sistema sanitario dovrebbe pagare di più per ogni singolo assistito, dovrebbero esserci più medici e più ambulatori disponibili, in sintesi questo farebbe crescere almeno in apparenza la spesa sanitaria. D'altra parte una maggiore efficienza della figura del medico di famiglia potrebbe migliorare la prevenzione e fornire diagnosi più rapide e corrette di alcune patologie, fattori che invece inciderebbero positivamente sul bilancio sanitario dello stato.
Quali dei due fattori sia prevalente non sono in grado di dirlo: sicuramente i fatti hanno ampiamente dimostrato che in Italia, la prevenzione, e non solo in campo sanitario, è scarsamente praticata, anche quando i benefici previsti superino di molto i soldi investiti, senza contare il valore delle vite umane perdute per malattie o catastrofi naturali.
E' difficile definire con esattezza quando si necessita o meno di una valutazione specialistica da parte di un Gastroenterologo. E' chiaro che specifiche sintomatologie quali (le più comuni) brucione di stomaco, nausea, mal di pancia, difficoltà digestive ecc... ripetute nel tempo dovrebbero indurre direttamente il paziente a rivolgersi allo specialista Gastroenterologo.
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento, anche se interessato :)
EliminaOvviamente il paziente è libero di rivolgersi ad uno specialista se pensa sia necessario o non ha sufficiente fiducia nel suo medico di famiglia, ma in caso contrario dovrebbe essere il medico stesso a consigliare un consulto con uno specialista quando non è sicuro della sua diagnosi.