L'Ilva di Taranto non deve chiudere!

La situazione dell’Ilva "impone l'immediata adozione, a doverosa tutela di beni di rango costituzionale che non ammettono contemperamenti, compromessi o compressioni di sorta quali la salute e la vita umana, del sequestro preventivo"  è la principale motivazione dell''ordinanza del Gip di Taranto Patrizia Todisco con la quale si ordina il sequestro di sei impianti dell'Ilva di Taranto.

Provvedimento sacrosanto, ma per la stessa motivazione l'Ilva non va  chiusa: l'impatto economico sulla zona di Taranto sarebbe disastroso, non solo per i dipendenti dell'Ilva e per quelli che lavorano nell'indotto che si ritroverebbero senza lavoro, per per gran parte delle attività commerciali.
La crisi economica sarebbe gravissima e provocherebbe una lunga scia di danni "biologici" e psicologici paragonabili a quelli conseguenza dell'inquinamento: suicidi, depressione, crisi familiari, impossibilità di pagarsi cure adeguate, etc. che nel complesso sono paragonabili agli stessi danni che la Ilva provoca tramite l'inquinamento.

Non si può nemmeno lasciare che l'acciaieria continui a produrre senza rispettare le leggi contro l'inquinamento

Questa è una di quelle circostanze in cui lo stato ha il dovere di intervenire, anche per sopperire alla sua lunghissima latitanza.

Una delle possibili soluzioni, almeno come punto di partenza, potrebbe essere un dissequestro condizionato al rispetto di precisi obbiettivi (nell'ambito del risanamento degli impianti produttivi) come delineato nel seguente articolo su italiaoggi.it:
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1783189&codiciTestate=1

da wikipedia:
L'ILVA è una società per azioni del Gruppo Riva che si occupa prevalentemente della produzione e trasformazione dell'acciaio. Con il nome della originaria azienda fondata nel 1905, è nata sulle ceneri della dismessa Italsider. Prende il nome dal nome latino dell'isola d'Elba, dalla quale era estratto il minerale di ferro che alimentava i primi altiforni costruiti in Italia a fine Ottocento.
Il più importante stabilimento italiano è situato a Taranto, e costituisce uno dei maggiori complessi industriali per la lavorazione dell'acciaio in Europa.[..]
L'Ilva nacque nel 1905 dalla fusione delle attività siderurgiche dei gruppi Elba (che operava a Portoferraio), Terni e della famiglia romana Bondi, che aveva realizzato un altoforno a Piombino.[..]
Nel 1921 la Banca Commerciale Italiana, il maggior creditore dell'azienda, ne rilevò la proprietà assieme a quella di numerose imprese siderurgiche minori. Con la costituzione dell'IRI l'Ilva e tutte le altre imprese possedute dalla Banca Commerciale passarono in mano pubblica: tutta la siderurgia italiana a ciclo integrale (altiforni di Portoferraio, Piombino, Bagnoli e Cornigliano) era posseduta dallo Stato attraverso l'IRI.
Nel 1961 con la costruzione del nuovo polo siderurgico di Taranto l'Ilva prese il nome di Italsider.

La denominazione Ilva fu ripresa nel 1988 quando Italsider e Finsider furono messi in liquidazione e scomparvero. [...] l'attività più significativa, il grande polo siderurgico di Taranto, passò nel 1995 al Gruppo Riva.
L'Ilva è al centro di un vasto dibattito per il suo impatto ambientale sia a Taranto sia a Genova. Le sue emissioni sono state oggetto di diversi processi penali per inquinamento che si sono conclusi in alcuni casi e gradi di giudizio con la condanna di Emilio Riva e di altri dirigenti.

Altre fonti / Link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ilva

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