La vita è come una partita a scacchi? Ma chi l'ha detto!
Prosegue le ripubblicazione di alcuni miei vecchi articoli che hanno suscitato un seppur minimo interesse, come questo del marzo 2012, forse un po' ingenuo, che comunque lascio, nei contenuti, nella sua forma originaria.
Vediamo le due principali versioni che circolano su internet (la prima scritta in italiano, la seconda purtroppo in essemmessese )
1) La vita è una partita a scacchi, come diceva il nonno. Il risultato finale dipende dalle singole mosse, e ogni mossa è condizionata dalle precedenti, e determina quelle che seguiranno. Ci sono periodi, occasioni, in cui si ha coscienza di forgiare il proprio futuro, ma la vita, abitualmente, è spesa semplicemente a vivere – senza porsi problemi, senza domandarsi se le scelte di oggi influiranno, e in quale misura, su quelle di domani.(http://www.bibliosofia.net/files/partita_a_scacchi.htm)
2) puo essere...in effetti se c pensi è cosi!.. possimo paragonare tt i pezzi alla nostra societa,OGNUNO D NOI PUO ESSERE o un pedone,o un cavallo,o un alfiere,o un re o una regina..se nasci pedone(povero o nn abbiente) se riesci a superare le mille difficolta..quindi metaforikamente arrivi alla fine della skakkiera vai a promozione e puo diventare qlcn migliore...se sei un cavallo o un alfiere..difendi il tuo" re" e se sei la regina..(xsn piu rikke)..hai tt i poteri ed hai piu carike..in effetti è una buona metafora......infatti a scacchi cm nella vita fare delle scelte è molto difficile..e se fai qll sbagliata riski d xdere la partita.....fare skakko matto è la cosa piu bella ma allo stesso piu difficile da compiere nel gioko degli skakki e nella vita crd k tt cio s possa paragonare a raggiungere la pace cn se stessi ed eliminare tt qst iposcrisia e curruzione k karatterizzano la nostra societa..qst è una mia interpretazione..sikuram nn e qll giusta ma..io la penso cosi (http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080418102940AAMmMhS)
La prima interpretazione, che preferisco, quanto meno per come è scritta, mi lascia un grosso dubbio:
Visto che gli scacchi si giocano in due, contro chi stiamo giocando? contro il destino? contro noi stessi?
E poi in quasi tutti i giochi o prove di abilità "Il risultato finale dipende dalle singole mosse, e ogni mossa è condizionata dalle precedenti, e determina quelle che seguiranno."
E anche se giocando a scacchi possiamo non capire le conseguenze delle nostre mosse queste sono comunque strettamente deterministiche, ma solo per i giocatori più bravi. I meno esperti trovano spesso giovamento negli errori dell'avversario che deterministici non sono. Esiste in effetti una certa casualità del risultato che però è a mio avviso troppo meno vario dei casi della vita
La seconda interpretazione ha delle valide analogie ma fallisce (devo dire che però riesce bene nello storpiare la lingua italiana !) dal punto di vista logico: siamo i pezzi (pedoni, cavalli, etc) degli scacchi o siamo i giocatori che li muovono? I pezzi degli scacchi, che siano pedoni o regine, torri o alfieri, non decidono delle loro mosse. Se avessero una pur limitata autonomia non staremmo più parlando di gioco degli scacchi. Una visione quindi per forza di cose troppo fatalistica (a meno che non si parli di una scacchiera di Marostica, dove ai singoli figuranti venga lasciato l'arbitrio della mossa)
E se poi si parla di scacco matto di nuovo non sono i pezzi a darlo ma i giocatori
Conclusioni:
Conscio e spero consci che "on écrit pour parler" direi proprio che, benché ci siano delle analogie fra la vita e il gioco degli scacchi ... la vita più che come una partita a scacchi è come una partita a Monopoli!
Vediamo le due principali versioni che circolano su internet (la prima scritta in italiano, la seconda purtroppo in essemmessese )
1) La vita è una partita a scacchi, come diceva il nonno. Il risultato finale dipende dalle singole mosse, e ogni mossa è condizionata dalle precedenti, e determina quelle che seguiranno. Ci sono periodi, occasioni, in cui si ha coscienza di forgiare il proprio futuro, ma la vita, abitualmente, è spesa semplicemente a vivere – senza porsi problemi, senza domandarsi se le scelte di oggi influiranno, e in quale misura, su quelle di domani.(http://www.bibliosofia.net/files/partita_a_scacchi.htm)
2) puo essere...in effetti se c pensi è cosi!.. possimo paragonare tt i pezzi alla nostra societa,OGNUNO D NOI PUO ESSERE o un pedone,o un cavallo,o un alfiere,o un re o una regina..se nasci pedone(povero o nn abbiente) se riesci a superare le mille difficolta..quindi metaforikamente arrivi alla fine della skakkiera vai a promozione e puo diventare qlcn migliore...se sei un cavallo o un alfiere..difendi il tuo" re" e se sei la regina..(xsn piu rikke)..hai tt i poteri ed hai piu carike..in effetti è una buona metafora......infatti a scacchi cm nella vita fare delle scelte è molto difficile..e se fai qll sbagliata riski d xdere la partita.....fare skakko matto è la cosa piu bella ma allo stesso piu difficile da compiere nel gioko degli skakki e nella vita crd k tt cio s possa paragonare a raggiungere la pace cn se stessi ed eliminare tt qst iposcrisia e curruzione k karatterizzano la nostra societa..qst è una mia interpretazione..sikuram nn e qll giusta ma..io la penso cosi (http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080418102940AAMmMhS)
La prima interpretazione, che preferisco, quanto meno per come è scritta, mi lascia un grosso dubbio:
Visto che gli scacchi si giocano in due, contro chi stiamo giocando? contro il destino? contro noi stessi?
E poi in quasi tutti i giochi o prove di abilità "Il risultato finale dipende dalle singole mosse, e ogni mossa è condizionata dalle precedenti, e determina quelle che seguiranno."
E anche se giocando a scacchi possiamo non capire le conseguenze delle nostre mosse queste sono comunque strettamente deterministiche, ma solo per i giocatori più bravi. I meno esperti trovano spesso giovamento negli errori dell'avversario che deterministici non sono. Esiste in effetti una certa casualità del risultato che però è a mio avviso troppo meno vario dei casi della vita
La seconda interpretazione ha delle valide analogie ma fallisce (devo dire che però riesce bene nello storpiare la lingua italiana !) dal punto di vista logico: siamo i pezzi (pedoni, cavalli, etc) degli scacchi o siamo i giocatori che li muovono? I pezzi degli scacchi, che siano pedoni o regine, torri o alfieri, non decidono delle loro mosse. Se avessero una pur limitata autonomia non staremmo più parlando di gioco degli scacchi. Una visione quindi per forza di cose troppo fatalistica (a meno che non si parli di una scacchiera di Marostica, dove ai singoli figuranti venga lasciato l'arbitrio della mossa)
E se poi si parla di scacco matto di nuovo non sono i pezzi a darlo ma i giocatori
Conclusioni:
Conscio e spero consci che "on écrit pour parler" direi proprio che, benché ci siano delle analogie fra la vita e il gioco degli scacchi ... la vita più che come una partita a scacchi è come una partita a Monopoli!
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