Nona Giornata della Memoria: terminologia

Revisionismo

Indica l'atteggiamento di chi sostiene la necessità di correggere opinioni o tesi ritenute correnti o dominanti.
Negazionismo
Orientamento storiografico o ideologico tendente a reinterpretare gli eventi di un periodo storico invalidando tesi e notizie consolidate, spec. con riferimento alla tendenza a negare o sminuire la portata delle persecuzioni razziali da parte della Germania nazista 

Olocausto / Shoa

Il termine olocausto (dal greco holos "completo" e kaustos "rogo" come nelle offerte sacrificali) venne introdotto alla fine del XX secolo per riferirsi al tentativo compiuto dalla Germania nazista di sterminare tutti quei gruppi di persone ritenuti "indesiderabili".
La parola olocausto,che in greco significa "tutto bruciato", si riferiva ai sacrifici che venivano richiesti agli ebrei dalla Torah: si trattava di sacrifici di animali uccisi e bruciati sull'altare del tempio. Solo in tempi recenti il termine olocausto è stato attribuito a massacri o catastrofi su larga scala. A causa del significato teologico che la parola porta, molti ebrei trovano problematico l'uso di tale termine: viene infatti considerato offensivo dal punto di vista teologico pensare che l'uccisione di milioni di ebrei sia stata una "offerta a Dio"; inoltre il popolo ebraico non è stato "tutto bruciato", perché un suo resto è sopravvissuto al genocidio.
Shoa (שואה, traslitterato anche Shoah o Sho'ah), che in lingua ebraica significa "distruzione" (o "desolazione", o "calamità", con il senso di una sciagura improvvisa, inaspettata), è un'altra parola utilizzata per riferirsi all'Olocausto. Questo termine viene usato da molti ebrei e da un numero crescente di non ebrei a causa del disagio legato al significato letterale della parola olocausto. Cionondimeno è riconosciuto il fatto che la stragrande maggioranza delle persone che usano il termine olocausto non intendono tali implicazioni.

Antisemitismo

Con la parola antisemitismo si indicano i pregiudizi e gli atteggiamenti persecutori nei confronti degli ebrei. Il termine venne coniato nel diciannovesimo secolo in Germania, da parte del nazionalista Wilhelm Marr, come eufemismo di Judenhass («odio degli ebrei»): nonostante l'etimologia, esso non si riferisce all'odio nei confronti tutti i popoli semiti (cioè quelli che parlano lingue appartenenti al gruppo semitico, inclusi l'arabo, l'ebraico, l'aramaico e l'amarico), ma unicamente all'odio e alla discriminazione nei confronti degli ebrei. Storicamente si possono individuare un antisemitismo di carattere religioso (antigiudaismo), espresso nel paganesimo, nel cristianesimo e nell'Islam, e un antisemitismo di carattere politico e razziale.

Sionismo / Antisionismo

Il Sionismo è un movimento politico nato verso la fine del XIX secolo tra gli ebrei orientali, residenti nell'Impero austroungarico, il cui fine era quello di creare uno stato ebraico. L' antisionismo è l'atteggiamento ideologico di coloro che si oppongono al sionismo ed allo Stato d'Israele. Costituisce perciò un'obiezione di fondo all'esistenza stessa dello stato ebraico e non già l'esercizio di una legittima critica all'operato del suo governo, sebbene la questione sia sovente disputata.

Ebraismo / Giudaismo

L'Ebraismo (יהדות) è la religione del popolo ebraico, basata sugli scritti della Torah.(la Torah è composta essenzialmente dai cinque libri del Pentateuco, che sono compresi nel Vecchio Testamento e quindi nella Bibbia)
Il Giudaismo è la fase ultima (contemporanea) dell'Ebraismo che inizia con la deportazione a Babilonia del 587 a.C.

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