Libertà per i blog: non serve la registrazione in tribunale.

Giovedì scorso, 10/05/2012,  la Cassazione: ha sentenziato che l’informazione in rete non può essere considerata “clandestina” né un reato:  i blog non sono testate giornalistiche e quindi non devono essere registrati in Tribunale
La sentenza era particolarmente attesa perché Carlo Ruta, un giornalista siciliano che scriveva di cronache mafiose sul suo blog Accade in Sicilia era stato condannato nei primi due gradi di giudizio per il reato di stampa clandestina (che prevede fino a due anni di conclusione).


da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/ ....
L'8 maggio 2008 è stato condannato a una pena pecuniaria per avere intrapreso la pubblicazione del giornale di informazione civile denominato Accade in Sicilia, diffuso su internet, senza che fosse stata eseguita la registrazione presso la cancelleria del Tribunale competente. Si è trattato del primo caso in Italia e in Europa. La sentenza è stata percepita, in Italia e all'estero, come un attacco dello Stato italiano alla libertà del web, e in particolare alla libera espressione dei blog. Sentenza confermata in appello nel maggio 2011
Si vede anche sulla prima sentenza (2008) di condanna http://polinux.altervista.org/...
Il testo della sentenza emessa dal giudice Patricia Di Marco, che per la prima volta in Italia e in Europa ha condannato per stampa clandestina il curatore di un blog, non solo legittima la preoccupazione e la protesta che si sono levati dalle rete e dal paese negli ultimi mesi, ma offre ulteriori motivi di allarme.
La Corte di Cassazione è stata chiamata a decidere se, tutti quei blog, caratterizzati da periodicità degli aggiornamenti e dalla comunicazione al pubblico, debbano essere equiparati a una normale testata giornalistica e, quindi, soggetti alla legge sull'editoria (con conseguenti obblighi quali la registrazione in tribunale, nomina di un Direttore responsabile, etc)

Carlo Ruta è stato assolto, con sentenza definitiva, perché il reato non sussiste.


A proposito della sentenza leggiamo il seguente comunicato stampa diffuso dalla giornalista Giovanna Corradini (11/05/2012)
Oggi è un giorno importante per il web italiano. La sentenza di assoluzione con formula piena allo storico e saggista Carlo Ruta, emanata dalla III Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Saverio Felice Mannino, sancisce in modo chiaro e inequivocabile che l’informazione in rete non può essere considerata “clandestina” né un reato (per il solo fatto di esserci, a prescindere da qualsiasi contenuto). Il testo di questa sentenza, che nasce da un procedimento penale unico nel suo genere in tutto l’Occidente, è un patrimonio prezioso per il Paese, ed è importante che ispiri una legge in grado di tutelare con pienezza la libertà di informazione e di ricerca attraverso lo strumento del web. Il Parlamento, in tutte le sue aree, sa a questo punto qual è il suo compito e in quale alveo dovrebbe scorrere la normativa che sarà emanata sulla comunicazione in rete. La massima corte di giustizia con il suo pronunciamento ha chiuso di fatto un’epoca di equivoci e ha posto fine alle mezze misure. L’informazione sul web da oggi è più libera. È quindi una vittoria di tutti, del Paese, della democrazia.
La dichiarazione di Carlo Ruta: « Questa sentenza di Cassazione è degna della tradizione del nostro Paese, che ha dietro di sé una cultura giuridica di prim’ordine. Mi preme di ringraziare per prima cosa tutti coloro che hanno sostenuto fino all’esito conclusivo questa campagna di libertà. A loro il web deve davvero tanto. Sono passati oltre sette anni, e questa sentenza, determinante per il destino della comunicazione in rete, ripaga i sacrifici fatti e l’impegno di tutti. D’ora in poi possiamo dirci davvero più liberi».
Dopo la lettura della sentenza, avvenuta in tarda serata, l’avvocato Giuseppe Arnone, che ha difeso Carlo Ruta e i diritti dell’informazione sul web con un’arringa complessa e argomentata, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Oggi la Corte di Cassazione, accogliendo le mie argomentazioni, ha scritto una pagina storica in ordine ai valori della libertà di pensiero e d’informazione, anche in relazione ai nuovi strumenti di trasmissione del pensiero. Ancora una volta la massima Corte si è dimostrata ben più avanzata e liberale dei giudici di merito. Giustizia quindi è stata fatta nel modo più alto».
Fonti: http://www.zeusnews.it/index.php.... - http://www.lastampa.it/_...

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