Decrescita felice
Stamane a Uno Mattina ho sentito parlare per la prima volta di decrescita felice.
Ospite dalla trasmissione, il dott. Maurizio Pallante, presidente dell’Associazione Movimento per la Decrescita Felice.
Dal sito del movimento:
Un punto sul quale sicuramente concordo è l'assurdità di misurare la ricchezza con la crescita del PIL. Se si eliminassero gli sprechi energetici il PIL diminuirebbe ma senza nessuna recessione economica! (la definizione del termine andrebbe cambiata: "Si ha recessione economica se la variazione del PIL rispetto all'anno precedente è negativa; se tale variazione è inferiore all'1% si parla di crisi economica." da Wikipedia)
In studio il dibattito è un po' degenerato fra chi voleva il ritorno ad uno stile di vita parco e diciamo contadino e chi invece propendeva per l'attuale stile di vita consumistico.
Come al solito probabilmente la giusta via è nel mezzo:
Gli sprechi energetici vanno sicuramente ridotti nelle nostre case, come sicuramente andrebbero eliminati gli sprechi alimentari, ma senza rinunciare a gran parte dei vantaggi della tecnologia.
(non sono comunque un movimento contro la tecnologia tout court)
Si può più o meno concordare con l'insieme delle loro idee ma non si può negare che punti di vista come quello del Movimento per la Decrescita Felice sono utilissimi a trovare nuove idee per superare la crisi
Ospite dalla trasmissione, il dott. Maurizio Pallante, presidente dell’Associazione Movimento per la Decrescita Felice.
Dal sito del movimento:
La decrescita non è soltanto una critica ragionata e ragionevole alle assurdità di un’economia fondata sulla crescita della produzione di merci, ma si caratterizza come un’alternativa radicale al suo sistema di valori. Nasce in ambito economico, lo stesso ambito in cui è stata arbitrariamente caricata di una connotazione positiva la parola crescita, ma travalica subito in ambito filosofico. È una rivoluzione culturale che non accetta la riduzione della qualità alla quantità, ma fa prevalere le valutazioni qualitative sulle misurazioni quantitative. Non ritiene, per esempio, che la crescita della produzione di cibo che si butta, della benzina che si spreca nelle code automobilistiche, del consumo di medicine, comporti una crescita del benessere perché fanno crescere il prodotto interno lordo, ma li considera segnali di malessere, fattori di peggioramento della qualità della vita. [....] da decrescitafelice.it/...
Un punto sul quale sicuramente concordo è l'assurdità di misurare la ricchezza con la crescita del PIL. Se si eliminassero gli sprechi energetici il PIL diminuirebbe ma senza nessuna recessione economica! (la definizione del termine andrebbe cambiata: "Si ha recessione economica se la variazione del PIL rispetto all'anno precedente è negativa; se tale variazione è inferiore all'1% si parla di crisi economica." da Wikipedia)
In studio il dibattito è un po' degenerato fra chi voleva il ritorno ad uno stile di vita parco e diciamo contadino e chi invece propendeva per l'attuale stile di vita consumistico.
Come al solito probabilmente la giusta via è nel mezzo:
Gli sprechi energetici vanno sicuramente ridotti nelle nostre case, come sicuramente andrebbero eliminati gli sprechi alimentari, ma senza rinunciare a gran parte dei vantaggi della tecnologia.
(non sono comunque un movimento contro la tecnologia tout court)
Si può più o meno concordare con l'insieme delle loro idee ma non si può negare che punti di vista come quello del Movimento per la Decrescita Felice sono utilissimi a trovare nuove idee per superare la crisi
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