La vittoria di Flavia Pennetta fa ombra alla vittoria di Fabio Aru
Mediaticamente parlando Fabio Aru è stato un po' sfortunato: ha trionfato nell'edizione 2015 della Vuelta proprio lo stesso giorno che Flavia Pennetta ha conquistato il titolo agli US Open, per di più in una finale tutta italiana contro la sua amica Roberta Vinci, senza contare la presenza di Matteo "prezzemolino" Renzi in tribuna a Flushing Meadows.
Nessun tennista italiano aveva mai vinto agli US Open nel singolare anche se la stessa Roberta Vinci, aveva vinto nel 2012 il doppio femminile in coppia con Sara Errani e nel 1986 Raffaella Reggi aveva vinto il doppio misto in coppia con lo spagnolo Sergio Casal.
Nel singolare addirittura mai nessun italiano era arrivato in semifinale a Flushing Meadows (da verificare).
D'altra parte quello della Pennetta è il sedicesimo trionfo italiano in un torneo del Grande Slam, l'ultimo dei quali quest'anno ad inizio febbraio, nel doppio maschile, con Bolelli e Fognini, agli Open di Australia 2015
Le vittorie italiane nella Vuelta sono decisamente poche; certo è abbastanza recente la vittoria di Nibali nell'edizione del 2010, ma per trovare un'altra vittoria italiana bisogna andare al 1990 con Mario Giovannelli, poi Giovanni Battaglin nel 1981, Felice Gimondi nel 1968 e Angelo Conterno nel 1956.
Le premesse per un trionfo anche mediatico c'erano tutte, a partire dalla squalifica di Nibali, capitano dell'Astana, la squadra di Fabio Aru, poi la maglia rossa di leader conquistata da Aru all'undicesima tappa e mantenuta fino alla 15a. Leadership persa di poco nella tappa 16 a favore dello spagnolo Rodriguez.
La tappa 17, a cronometro, viene dominata dall'olandese Dumoulin, che guadagna la leadership con tre secondi su Aru, che nella cronometro ha si perso quasi due minuti dall'olandese ma ha guadagnato su tutti gli altri rivali, in particolare Rodriguez.
Ma intanto anche le tenniste italiane, Pennetta e Giorni continuano il loro cammino agli US Open.
E qui sta la sfortuna di Aru: le semifinali che vedono impegnate le tenniste italiane, si svolgono lo stesso giorno della tappa 20, da San Lorenzo de El Escorial a Cercedilla, tappa decisiva e durissima con 4 GPM, prima della passerella finale con arrivo a Madrid.
Ed in questa tappa, mentre lo spagnolo Rubén Plaza conquista la vittoria dopo una fuga solitaria di 114 Km, il ciclista sardo realizza l'impresa sulla penultima salita, staccando l'olandese Dumoulin e andando a conquistare virtualmente la Vuelta.
Ma il giorno prima, l'11 settembre, la Pennetta straccia la numero due del mondo, la ventiquattrenne rumena Simona Halep, e incredibilmente, la Vinci fa ancora meglio, battendo l'indiscussa numero uno, l'americano Serena Williams: vanno in finale le due italiane, che all'inizio del torneo erano quotate rispettivamente a 150 e a 300 dai bookmaker.
Il giorno dopo tutta l'attenzione dei media è per la finale che si svolge incredibilmente fra due tenniste italiane, mentre Aru si può permettere di perdere venti secondi sullo spagnolo Rodriguez nella passerella finale.
Gli orari non si sovrapponevano, quindi gli appassionati di entrambi gli sport hanno potuto godersi in diretta sia il tennis che il ciclismo, ma sicuramente la finale tutta italiana a Flushing Meadows ha "oscurato" la vittoria alla Vuelta di Fabio Aru, che avrebbe sicuramente meritato più spazio di quello avuto.
Nel singolare addirittura mai nessun italiano era arrivato in semifinale a Flushing Meadows (da verificare).
Le vittorie italiane nella Vuelta sono decisamente poche; certo è abbastanza recente la vittoria di Nibali nell'edizione del 2010, ma per trovare un'altra vittoria italiana bisogna andare al 1990 con Mario Giovannelli, poi Giovanni Battaglin nel 1981, Felice Gimondi nel 1968 e Angelo Conterno nel 1956.
Le premesse per un trionfo anche mediatico c'erano tutte, a partire dalla squalifica di Nibali, capitano dell'Astana, la squadra di Fabio Aru, poi la maglia rossa di leader conquistata da Aru all'undicesima tappa e mantenuta fino alla 15a. Leadership persa di poco nella tappa 16 a favore dello spagnolo Rodriguez.
La tappa 17, a cronometro, viene dominata dall'olandese Dumoulin, che guadagna la leadership con tre secondi su Aru, che nella cronometro ha si perso quasi due minuti dall'olandese ma ha guadagnato su tutti gli altri rivali, in particolare Rodriguez.
Ma intanto anche le tenniste italiane, Pennetta e Giorni continuano il loro cammino agli US Open.
E qui sta la sfortuna di Aru: le semifinali che vedono impegnate le tenniste italiane, si svolgono lo stesso giorno della tappa 20, da San Lorenzo de El Escorial a Cercedilla, tappa decisiva e durissima con 4 GPM, prima della passerella finale con arrivo a Madrid.
Ed in questa tappa, mentre lo spagnolo Rubén Plaza conquista la vittoria dopo una fuga solitaria di 114 Km, il ciclista sardo realizza l'impresa sulla penultima salita, staccando l'olandese Dumoulin e andando a conquistare virtualmente la Vuelta.
Ma il giorno prima, l'11 settembre, la Pennetta straccia la numero due del mondo, la ventiquattrenne rumena Simona Halep, e incredibilmente, la Vinci fa ancora meglio, battendo l'indiscussa numero uno, l'americano Serena Williams: vanno in finale le due italiane, che all'inizio del torneo erano quotate rispettivamente a 150 e a 300 dai bookmaker.
Gli orari non si sovrapponevano, quindi gli appassionati di entrambi gli sport hanno potuto godersi in diretta sia il tennis che il ciclismo, ma sicuramente la finale tutta italiana a Flushing Meadows ha "oscurato" la vittoria alla Vuelta di Fabio Aru, che avrebbe sicuramente meritato più spazio di quello avuto.
Strepitosa @flavia_pennetta! Conquistata una finale storica. pic.twitter.com/nhmPLc0zom
— adidas Italia (@adidasITA) 11 Settembre 2015
Suena el Fratelli d'Italia en honor de .@fabioaru1 pic.twitter.com/mGP4sEnjuE
— Vuelta a España (@lavuelta) 13 Settembre 2015
.@roberta_vinci scrive la storia: @serenawilliams piegata in rimonta e finale Us Open conquistata! #SkyTennis pic.twitter.com/5zxrSILzwp
— Sky Sport (@SkySport) 11 Settembre 2015
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