Velentino Rossi ed il complesso dei pneumatici troppo performanti

Foto da MotoGP.com
Nella recente gara di Silverstone, dove Jorge Lorenzo e Mark Marquez hanno dato vita ad un epico duello, ancora una volta Rossi si è dovuto accontentare della quarta posizione, peraltro strappata a Bautista nell'ultimo giro. Di nuovo ad oltre 10 secondi dai tre piloti spagnoli Lorenzo, Marquez e Pedrosa.


Questa volta Rossi è partito bene, in terza posizione, ma ha dovuto cedere il passo a Pedrosa, Bautista e Bradl, per poi superare nella seconda parte di gara gli ultimi due.

Sembra che il pilota italiano si trovi meglio a correre quando l'aderenza diminuisce: quasi che la sua sicurezza, la sua confidenza con la moto, aumentino al diminuire dell'aderenza, soprattutto se si confrontano le sue prestazioni con quelle degli altri piloti.

Quest'anno ha per ora vinto in una sola pista, ad Assen, una pista con un asfalto più scivoloso della media. E' arrivato secondo sulla pista di Losail, in Qatar, dove è la sabbia a rendere l'asfalto meno performante.
Le poche belle gare in Ducati le fa fatte sul bagnato o con pista umida.

Aggiungiamo che in qualifica, dove spesso si utilizza la mescola più morbida, Valentino va peggio che in gara.

Ecco allora che sparo la mia ipotesi, già anticipata nel titolo:
Rossi non è un pilota bollito o troppo anziano, ma soffre dell'aumento medio delle prestazioni dei pneumatici a cui non riesce ad abituarsi, avendo corso per anni (e da leader assoluto) con pneumatici con prestazioni leggermente inferiori ai pneumatici attuali.





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